[Recensione] Afro Samurai, Chi ha detto che i neri hanno il ritmo nel sangue?

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Simone; KingOfPirate
view post Posted on 8/11/2009, 23:08




Anche se in molti pensano che realizzare un gioco d'azione sia piuttosto semplice, la realtà è molto diversa. Se bastasse uno stile artistico accattivante a far nascere un capolavoro, Afro Samurai avrebbe vita facile e piazzerebbe un milione di copie al day one. Sfortunatamente per i ragazzi del team Surge, gli hack'n slash hanno bisogno di molto di più, a partire da un sistema di crescita del personaggio bilanciato e studiato nei minimi dettagli, fino alla possibilità di guadagnare nuove armi e combo sempre più devastanti di pari passo con lo svolgimento dell'avventura, in modo da mantenere alto l?interesse del giocatore.



In Afro Samurai tutto questo è praticamente assente, dettaglio che fa passare in secondo piano la splendida realizzazione artistica generale. Essendo tratti da un anime carico di stile, i personaggi principali vantano un carisma eccezionale e le ambientazioni si sposano a dovere con l'atmosfera a metà tra un film tradizionale di arti marziali e un video hip-hop. Purtroppo per Afro Samurai, il crossover tra le storie di cappa e spada ambientate nel medioevo nipponico e la cultura afro non è una novità, visto che una simile commistione venne già azzardata con successo da Samurai Champloo. Una volta perso anche il trofeo dell'originalità ad Afro Samurai resta davvero poco. Sebbene le prime battute del gioco appaiano tutto sommato gradevoli grazie al sistema di combattimento fluido, all'interessante utilizzo del focus per rallentare l'azione e scegliere manualmente dove mutilare gli avversari e all'innegabile impatto della veste grafica, l'interesse svanisce dopo un paio di livelli, appena ci si rende conto che la crescita del personaggio è minima e che non si fa altro che ripetere le stesse combo ancora e ancora.

Le poche volte in cui vengono inseriti nuovi elementi nel sistema di combattimento ci si rende conto che l'insieme resta comunque povero e privo del ritmo necessario a questo genere di giochi. Perfino l'Intelligenza Artificiale appare sottotono rispetto alla media degli hack'n slash in circolazione, con avversari legati a routine di attacco e di difesa così semplici da far sembrare ogni combattimento un esercizio di stile piuttosto che uno scontro all'ultimo sangue. Un vero peccato, perché i programmatori avevano in mano una licenza davvero interessante che, se ben sfruttata, avrebbe potuto dare grandi soddisfazioni tanto al team di sviluppo quanto a noi giocatori.

 
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